lunedì 26 giugno 2017

5 BUONI MOTIVI PER TENERE UN DIARIO [POST + PODCAST]

5 BUONI MOTIVI PER TENERE UN DIARIO [POST + PODCAST]

lunedì 26 giugno 2017



Ascolta "Puntata #003 - 5 buoni motivi per tenere un diario" su Spreaker.


Da diverso tempo ho ripreso a scrivere diari, quella cosa che si faceva da ragazzine... Ti ricordi, vero, l'epoca in cui il diario segreto era l'oggetto più regalato ai compleanni? Quasi sempre rosa e immancabilmente fornito di lucchetto per tenere le pagine dei nostri segreti al sicuro da occhi indiscreti (nella maggior parte dei casi quelli delle mamme, parliamoci chiaro).

Da grandi naturalmente le cose cambiano: si diventa più consapevoli e al posto di scrivere pagine disperate sugli amori non corrisposti, si comincia a esplorare. Intendo esplorare se stesse, i propri pensieri profondi, cercare delle risposte, un'ispirazione o anche, semplicemente, esprimersi.
O almeno è quello che faccio io: una scrittura introspettiva che ormai è diventata un'abitudine quotidiana e che voglio consigliarti.

E ora ti spiego perché, elencandoti 5 benefici del fare journaling (oggi scrivere un diario si dice così) e quindi dandoti altrettanti buoni motivi per farlo, o per provarci quantomeno.
Questi benefici non me li sono inventati ma li sto sperimentando su di me, quindi garantisco ;-)


1. FARE CHIAREZZA IN TE STESSA
Quando ho un dubbio su qualcosa ne scrivo lasciando la mente libera di vagare dove vuole. Non ci ragiono ma trascrivo semplicemente il flusso dei pensieri e delle idee. Il risultato è quello di capire meglio non solo la situazione su cui sono dubbiosa ma, soprattutto, le sensazioni che mi provoca, per poterla poi affrontare in maniera più consapevole e positiva per me.

2. PRENDERE COSCIENZA
Se davanti alla pagina bianca, o di fronte a uno stimolo (ad esempio io uso le carte dei Tarocchi come ti ho già raccontato qui) ti viene spontaneo scrivere una cosa piuttosto che un'altra; se un'immagine, un evento, una frase letta in giro o la pagina di un libro ti portano a fare determinate riflessioni tra le mille possibilità, vuol dire che quello che hai scritto, quella riflessione, quel problema o quel blocco sta reclamando la tua attenzione. Mettere tutto nero su bianco equivale a una presa di coscienza perché è come se quell'urgenza diventasse reale, prendesse corpo nella pagina e quindi non fosse più rinviabile. È li, davanti a te e va affrontata.

3. STIMOLARE E FISSARE LE IDEE
Se sei in cerca di ispirazione per un progetto, un lavoro, un'iniziativa, scrivere su un diario ogni intuizione che possa poi rivelarsi quella giusta o svilupparsi ulteriormente proprio scrivendo, può essere una mossa salvifica. Quante volte avevi un'idea, hai pensato “poi me la scrivo da qualche parte” e dopo qualche ora l'idea era sparita perché non l'avevi scritta? A me tantissime! Ma ora non più ;-)

4. SFOGARTI
Proprio così, se pensi che il tuo diario è solo tuo, che non lo leggerà mai nessuno, ti senti subito libera di poter scrivere qualsiasi cosa, sospendendo il giudizio su te stessa, sulla scrittura, sullo stile, sui contenuti. Non devi scrivere un romanzo, non devi scrivere per forza cose super intelligenti, non c'è nessuno a giudicarti, nessuno a correggerti. Quindi vai, libera i pensieri più inconfessabili, scrivi frasi senza senso, anche sgrammaticate, inventa parole, tutto è concesso! AJKJDLHFjdeiwnfelc kjdq fda mcd,sa.kfcòlmv.,nflwjvnò anche questo :-D

5. FARE UN TUFFO NEL PASSATO
Tenere un diario è un po' come scrivere la tua storia. Rileggere le pagine scritte mesi o anni prima sarà come sfogliare un vecchio album di fotografie. È bello riscoprire la te stessa di prima, vedere come sei cambiata nel tempo e perché no, anche pensare “però mica male ciò che scrivevo!” (con annessa botta di autostima).

Beh che dici, ne vale la pena? Provaci e poi, se ti va, fammi sapere se anche tu hai sperimentato tutti questi benefici lasciandomi un commento qui sotto.

lunedì 19 giugno 2017

PER RISVEGLIARE L'INTUITO, PROVA IL JOURNALING CON I TAROCCHI [POST + PODCAST]

PER RISVEGLIARE L'INTUITO, PROVA IL JOURNALING CON I TAROCCHI [POST + PODCAST]

lunedì 19 giugno 2017


Questo post ha anche la versione podcast, puoi ascoltarla cliccando qui sotto.


Ascolta "Puntata #002 - Tarocchi e journaling per risvegliare l'intuito" su Spreaker.


 ̶N̶e̶g̶l̶i̶ ̶u̶l̶t̶i̶m̶i̶ ̶m̶e̶s̶i̶ ̶h̶o̶ ̶i̶m̶p̶a̶r̶a̶t̶o̶  Quando ho iniziato la mia avventura con i Tarocchi, ho dovuto presto ricredermi su una convinzione molto diffusa e cioè che l'intuito fosse un dono destinato a pochi.
La verità è che l'intuito non è un “dono” che qualcuno ha e altri no. Ce lo abbiamo tutti: ce l'ho io e ce l'hai anche tu, solo che troppo spesso e troppo a lungo lo trascuriamo, fino a dimenticarcene, fino a non sentire più la sua voce e a convincerci di non averlo mai avuto.
Quando questo succede probabilmente non ce ne rendiamo conto, troppo prese come siamo dalla frenesia della vita quotidiana, dai problemi, dal lavoro, dai doveri, dalle aspettative su di noi e da un'infinità di altre cose.
Solo che ad un certo punto, può farsi strada un certo disagio ed emergere una specie di scollamento fra ciò che si è e ciò che si sente di essere. Sembra che le due cose non corrispondano e, se questo capita anche a te, in momenti di particolare sensibilità o vulnerabilità, ti verrebbe quasi da dire:

“Ma che cavolo ci faccio qui? Cosa c'entrano queste persone con me?
E cosa me ne frega di ciò che stanno dicendo?
Questo non è il mio posto...”
e così via.

Cosa ti ha portato fino a quel punto? Tante volte io me lo sono chiesto e, ad un tratto, la risposta è stata chiara: per troppo tempo e in troppe occasioni, non avevo ascoltato ciò che l'intuito mi diceva e la cosa peggiore era che mi sembrava di non sentirlo più... 

Beh, la bella notizia è che ci si può riconnettere sempre con il proprio intuito, con il sé più profondo, quella saggezza immediata e senza filtri che abbiamo tutti: basta volerlo. La bella notizia è che questa voce interiore non si perde per sempre, ma resta sopita, come il fuoco sotto la cenere che ha bisogno di un soffio per riaccendersi; come un muscolo atrofizzato che ha bisogno di esercizio per allenarsi e tornare forte e scattante.
Pensaci: quando una persona non fa mai movimento, arriva quasi a non sentire più il suo corpo e di conseguenza non può nemmeno immaginare quello che potrebbe arrivare a fare. Ma basta iniziare un piano di allenamento costante, o anche un po' di stretching per sentire pian piano ogni muscolo che si risveglia. Allo stesso modo, se non presti mai ascolto al tuo intuito, quasi ti dimentichi di averlo e di conseguenza non puoi immaginare il suo potenziale o che straordinario aiuto può essere, se e quando viene ascoltato.

Per ricominciare ad ascoltarlo, esercitarlo, allenarlo e dunque aiutarmi a risvegliarlo, il primo strumento che ho usato è stato un mazzo di Tarocchi, incontrato sulla mia strada per una serie di fortunati eventi o forse sarebbe meglio dire di sincronicità. Per la precisione si trattava del Tarocco Indovino Dal Negro, disegnato da Sergio Ruffolo. Lo scelsi perché lo avevo visto usare da una signora che leggeva le carte e  mi piacevano i disegni, mi sembravano molto chiari e mi erano rimasti impressi. Sono stati la mia prima “palestra” per allenare l'intuito, lo sguardo e facilitare l'introspezione.

L'esercizio che ho fatto ogni giorno, per 78 giorni (uno per ogni carta) è stato quello che mi piace chiamare “La carta del giorno”: una specie di journaling con le carte, un diario dei Tarocchi. Funziona in modo molto semplice: si tratta di estrarre una carta ogni mattina, osservarla per un certo tempo e lasciar affiorare i pensieri e le sensazioni che quella carta suscita in noi. Poi scrivere tutto su un quaderno/diario lasciando pensieri, ricordi, associazioni e idee, liberi di fluire seguendo le suggestioni della carta che possono derivare dal disegno, dai colori, da un dettaglio, dai personaggi, dalla parola chiave (ce c'è), dal seme: qualsiasi elemento può essere uno stimolo, un grimaldello per aprire qualche porticina del nostro inconscio.

Facendo questo esercizio, ogni giorno sei stimolata a riflettere su emozioni, sensazioni, sentimenti, situazioni, blocchi, rapporti, aspettative, progetti, fallimenti, passato, desideri, paure, speranze e un milione di altre cose che non ti aspetti, ma che emergono da sole e diventano reali proprio nel momento in cui le scrivi. Una volta messe nero su bianco, rappresentano un qualcosa di cui stai prendendo coscienza e che quindi è impossibile continuare ad ignorare. Potente no?
In questo modo le carte diventano il “mezzo” attraverso il quale l'intuito si manifesta e torna a parlarti. La carta è uno stimolo a cui l'intuito si attiva.
Questo esercizio è un viaggio introspettivo pieno di sorprese, ti aiuta a guardarti dentro. Può essere difficile, a volte, ma anche sorprendente, entusiasmante e sarà sempre uno sforzo positivo verso la presa di coscienza. Dopo averlo sperimentato a lungo, mi sento davvero di consigliarlo a tutte le persone che si trovano nella situazione che ho descritto, un po' scherzosamente, all'inizio.

E una volta finite le carte che si fa? Io mi sono presa del tempo per altri esercizi, ma poi ho ripreso l'esercizio della carta del giorno con un mazzo nuovo, che con altre immagini e una diversa simbologia, avrebbe potuto suscitare in me riflessioni nuove e prospettive alternative.

Ma c'è un altro vantaggio in questo esercizio, ottimo per chi, come me è interessata, oltre che all'introspezione, anche ai Tarocchi in sé e alla loro lettura. Nell'osservare le carte si impara a conoscerle e ad interpretarle non secondo significati tradizionalmente codificati ma secondo il proprio sentire, seguendo, appunto, l'intuito: un bellissimo modo per avvicinarsi ai Tarocchi per chi è all'inizio.

E tu hai mai fatto journaling con i Tarocchi? Com'è andata? Se ti va, raccontamelo nei commenti.

lunedì 12 giugno 2017

HO INIZIATO COSI' [POST + PODCAST]

HO INIZIATO COSI' [POST + PODCAST]

lunedì 12 giugno 2017



Questo post ha anche la versione podcast, puoi ascoltarla cliccando qui sotto.

Ascolta "Puntata #001 - Ho iniziato così" su Spreaker.


Era l'autunno che precedeva i miei quarant'anni. Ero in un momento della vita già di per sé delicato; in più mi capitava spesso di avvertire un senso di scomodo, di fastidio, che pervadeva molti aspetti della mia vita.
Il lavoro stava prendendo una piega che non avevo previsto e che non mi rispecchiava, alcuni rapporti mi appesantivano, mi si presentavano in continuazione situazioni indesiderate.
E poi: cose che si complicavano, progetti che partivano facili e poi puntualmente diventavano difficili e pieni di insidie, persone che volevano a tutti i costi coinvolgermi in iniziative a me assolutamente estranee, a cui però facevo fatica a dire di no.
Ti è mai capitato? Se la risposta è si allora anche tu, come me, ti sarai sentita schiacciata da tutto questo "materiale" che non ti appartiene e che sembri comunque attrarre come una calamita.
Continuavo a chiedermi il perchè. Pian piano, una timida risposta ha cominciato ad insinuarsi nella mia mente:

“Vuoi sempre fare la brava bambina, che non accetta il suo lato oscuro, che dice sempre di si per non deludere gli altri. Quella a modo, quella gentile, quella affidaabile a cui si può chiedere tutto e che non chiede mai niente. Quella che non punta i piedi, non pianta grane, che non mette avanti se stessa.
Hai perso il contatto con te, col tuo istinto di sopravvivenza, col tuo intuito, che ti dice sempre cosa è giusto, ma non lo ascolti. Anche adesso sono io che ti parlo: il tuo intuito!”

Caspita – mi sono detta – forse ognuno di noi ha una saggezza interiore sepolta, ma che sa esattamente cosa non va... mi sa che è il caso di ritrovarla.